Società. Quella vendetta che insiste tra le regole della vita, le norme di legge e la “giustizia privata

Sono circa 170 le auto date alle fiamme dall’inizio dell’anno nel territorio siracusano. Avvocati, commercianti, artigiani, giornalisti, disoccupati, comuni cittadini, uomini delle forze dell’ordine e così fino a fondo pagina, tutti accomunati dalla stessa, causale: vendetta. Nella sintesi di ciò, insiste una rappresentazione causata dal fallimento e dalla crisi perenne della Giustizia nella sua peculiare condizione, nella moderna società, falsa e cortese, che non perdona; si trascina in tale siffatta condizione la speculazione del potere temporale di cui ognuno detiene, o presume di avere; e questo non si sposa con la realtà quotidiana. Diamo per scontato che siamo nel giusto; ma spesso non ammetiamo gli sbagli commessi in buona fede e non accettate dal Prossimo, anche alla presenza di fatti oggettivi. Tuttavia, occorre separare le norme di legge che regolano la Giustizia, dalle regole della vita degli uomini nei rapporti consolidati nella nostra sub-cultura e i suoi dintorni, che ognuno sceglie di applicare.

Nell’era moderna si vogliono globalizzare anche le più elementari regole del vivere, dell’onore antico quanto sacro, ma ormai superato, di fatto, di diritto. I rapporti tra gli esseri umani, oggi sono regolati, purtroppo, dalla paura o dalla necessità, e non più dai valori della vita antica degli uomini, come l’onore, la parola “data”, la correttezza e tutto il resto. Basta un solo screzio per mettere in atto la vendetta. Uno sguardo di troppo, un uomo geloso, una pretesa sessuale negata, un articolo di giornale non gradito, un processo andato a male dopo la promessa dell’assoluzione, una truffa o una somma di denaro non restituita, un favore negato, un prestito ritrattato o una qualsiasi promessa fatta e non mantenuta, ripiegata.

Ed ecco che le norme di legge non sempre si applicano, ma regolano, comunque, la vita della Giustizia degli uomini. È giusto dire che dovrebbero regolare, perché il più delle volte, non si riesce ad avere giustizia proprio per “l‘incesto” intervenuto, poche volte per fortuna.

Alla, fine il tutto si condensa nella scelta di voler applicare una sorta di giustizia veloce, privata, senza l’intervento delle forze dell’ordine, del magistrato, del giudice terzo e dell’avvocato difensore.

“Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni.” (Peppino Impastato). 

Concetto Alota

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