Grazie al lavoro dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) i rappresentanti dei rifugiati del Sud Sudan incontreranno oggi le parti coinvolte nei negoziati di pace a Khartoum. Il dialogo contribuirà a garantire che i rifugiati continuino a svolgere un ruolo fondamentale nei rinnovati sforzi di pace per porre fine alla devastante guerra civile nel Paese.
Dopo la conclusione dei “nuovi negoziati per gli accordi di pace” il 30 agosto, circa 16 rifugiati sud-sudanesi provenienti da sei Paesi siederanno con tutte le parti coinvolte nei colloqui che si terranno oggi, martedì 4 settembre, nella capitale del Sudan, Khartoum. I rifugiati sono arrivati dalla Repubblica Centrafricana, dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC), dall’Etiopia, dal Kenya, dall’Uganda e dal Sudan per condividere le loro opinioni, aspirazioni e aspettative e per sollecitare i partecipanti a trovare una soluzione pacifica per i milioni di sud sudanesi, come loro, le cui vite sono state stravolte dal conflitto.
“I colloqui rappresentano un momento significativo nella lunga ricerca di una pace duratura per il popolo del Sud Sudan”, ha dichiarato Arnauld Akodjenou, Consigliere speciale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati sulla situazione del Sud Sudan. “È fondamentale ascoltare la voce dei rifugiati: gli sforzi tesi al consolidamento della pace non possono permettersi di ignorarla”.
L’attuale accordo di pace richiede espressamente la sua diffusione ai sud-sudanesi all’interno del Paese e ai rifugiati che vivono in esilio, in modo che le persone più colpite dalla guerra possano comprendere, sostenere e far proprio il processo di pace.
“I rappresentanti dei rifugiati a Khartoum ricorderanno al mondo il prezzo, in termini umani, che il Sud Sudan paga per ogni giorno di guerra”, ha affermato Akodjenou. “Ma possono anche diventare forti difensori della pace svolgendo attività di sensibilizzazione presso le comunità di rifugiati in cui vivono, o al loro ritorno in Sud Sudan, se intendono rimpatriare volontariamente”.
Dall’inizio del conflitto nel 2013, circa 2,4 milioni di persone sono fuggite dal Sud Sudan, la nazione più giovane del mondo, diventando rifugiati, e altri 1,8 milioni sono sfollati all’interno del paese. I civili sono fuggiti da situazioni di violenze estreme, violazioni dei diritti umani e sofferenze inimmaginabili.
Il governo del Sudan e l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), l’organismo politico dell’Africa orientale, stanno sostenendo l’UNHCR e i suoi partner nell’ospitare i rappresentanti dei rifugiati in visita.