Cda SAC privo di rappresentanti siracusani…dove sarebbe la sorpresa?

Stando agli articoli di stampa di questi giorni, ha destato particolare scalpore la notizia della mancata elezione di un siracusano quale membro nel nuovo Cda della SAC; tuttavia, per noi che abbiamo cercato di resistere allo scippo della Camera di Commercio di Siracusa, tale risultato appare invece più che scontato.

Nessuna meraviglia, dunque: tutto procede come previsto secondo gli accordi tra la governance della super Camera di Commercio, la Regione Siciliana e il Sindaco di Catania.

Nessun siracusano candidato (l’atteggiamento del Commissario, poi, del Libero Consorzio è assolutamente da censura), e quindi nessun componente siracusano nel Cda e questo nonostante la ex Camera di Commercio di Siracusa, insieme alla ex Provincia Regionale detengono il 25% del capitale della SAC, società che gestisce l’aeroporto, una quota di grande rilievo.

Riportiamo la dichiarazione “giustificatrice” della scelta da parte del Presidente Agen sulla vicenda: “anche nella gestione Lo Bello/Gianninoto i vertici della Sac erano provenienti dalla città di Catania e poi i componenti siracusani in Giunta Camerale hanno votato la proposta con nessun siracusano dentro”.

Sulla gestione Lo Bello/Gianninoto vero è che i vertici, Bonura Presidente e Mancini Amministratore delegato erano catanesi, ma in quel cda Siracusa era rappresentata da Roberto Cappellani in quota Camera di Commercio e Giovanni Mazzone in quota Provincia, quindi due siracusani su cinque componenti.

Neanche il Presidente Crocetta e il sistema di potere imperante, nella elezione del successivo cda di tre anni fa, con i Commissari delle Camere di Commercio e delle Provincie arrivò fino a tanto: in quella occasione fu messa fuori la Camera di Commercio di Siracusa, “colpevole” di essersi ribellata all’accorpamento con Catania, ma almeno il componente della Provincia, nella persona del dirigente Gianni Vinci, fu mantenuto.

La seconda questione posta da Agen invece risponde a verità. I due componenti siracusani hanno infatti avallato la proposta che vedeva la governance della SAC priva di rappresentanti di Siracusa ed è questa la vera questione su cui riflettere, perché accettare una simile decisione non fa altro che dimostrare la debolezza delle associazioni che rappresentano, tutte e non solo quelle di provenienza, arrivate nel difficile contesto dell’elezione dei vertici della super Camera divise e in piena conflittualità che si è aggiunta alla debolezza e frammentazione del Sistema politico del territorio siracusano e in questo contesto il Commissario del libero Consorzio si è permesso di candidare un catanese. La conseguenza di questa situazione non era difficile da prevedere: un territorio spogliato in questi ultimi anni di quasi tutto (Banca d’Italia, Porto, Camera di Commercio, sanità), senza alcuna reazione significativa.

Sono quasi quattro anni ormai che lottiamo con tutte le armi a disposizione per cercare di avere riconosciuto il diritto, sancito anche dalla legge di riforma delle Camere di Commercio voluta dal Governo Renzi, ad avere un Camera propria avendone tutti i requisiti di legge, stante il fatto che la stessa riforma impone che Catania, area metropolitana, resti autonoma.

Ricordo che sulla questione sono stati presentati ben tre ricorsi al TAR: il primo contro il Commissario straordinario inviato dalla Regione, governo Crocetta, perché aveva annullato con propria delibera la revoca all’accorpamento con le Camere di Catania e Ragusa votata in piena autonomia dal Consiglio Camerale; il secondo contro il Commissario, nominato dal Ministro

Calenda, che avviò l’iter di accorpamento delle tre Camere, perché ritenuto svolto in maniera difforme rispetto alla normativa e alle circolari ministeriali; il terzo contro la stessa legge di riforma, perché ritenuta incostituzionale su una questione che riguarda la leale collaborazione tra Stato e Regioni su una materia concorrente.

Mentre i nostri ricorsi sono in itinere al Tar di Catania, ad oggi ben due volte il TAR del Lazio si è pronunciato nel merito sulla leale collaborazione tra Stato e Regioni, su ricorso delle Camere di Pavia e Terni, ed ha sospeso gli accorpamenti in corso, ravvisando elementi di incostituzionalità e inviando gli atti alla Corte Costituzionale.

Adesso per l’aeroporto si è aperto il percorso di privatizzazione. Come gioca il proprio ruolo Siracusa, visto che è fuori da tutto?

Citiamo ancora il Presidente Agen: “l’aeroporto sarà privatizzato in tempi brevi ricercando un unico operatore sul mercato e siccome la somma da incassare sarà enorme, un miliardo di euro, la SUPER CAM COM ha queste priorità a cui far fronte: coprire il fondo pensioni, assicurare un collegamento autostradale tra Agrigento e Comiso per ampliare la platea dei passeggeri per l’aeroporto di Comiso, costruire un Ente fiera su Catania, costruire un Centro di alta formazione su l’agroalimentare a Ragusa e dotare di un Centro Congressi Siracusa”.

Ovviamente il Presidente ha le idee chiare e pensa in grande, ma per noi Siracusani, ammesso che la privatizzazione si farà in tempi brevi, ha senso contribuire a finanziare un collegamento autostradale tra Agrigento e Comiso? O ci servono con urgenza altre infrastrutture, magari facenti parte del piano strategico, concordato con tutti gli attori del territorio, risalente al periodo nel quale la Camera di Commercio di Siracusa coordinava la pianificazione strategica di un’area vasta?

Allora è arrivato il tempo per i Siracusani di rialzare la testa, di stare insieme e trovarsi uniti con un solo obbiettivo: rafforzare i sistemi di sviluppo locale da protagonisti, facendo squadra con le aree limitrofe più grandi, senza essere terra di conquista per nessuno.

Insieme alle deputazioni parlamentari, ai Sindaci, alle associazioni di categoria, ai sindacati dei lavoratori, agli ordini professionali a difesa degli interessi di un territorio che lo merita e che ha potenzialità enormi, organizzando iniziative coinvolgenti e di mobilitazione generale.

Sono i territori che debbono stare al centro dell’azione politica e questi debbono essere ascoltati, altrimenti il rischio di desertificazione delle attività socio-economiche sarà altissimo.

Pippo Gianninoto

Segretario Provinciale CNA Siracusa

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