Liberi pensieri. Siamo costretti a vivere come non siamo, tra falsi rapporti e crisi d’identità

Viviamo in un mondo in cui si gioca ogni giorno al massacro dei rapporti sociali che possono essere di carattere generale o personale, ma nel complessivo hanno la funzione di impedire di interferire con la libertà del singolo individuo. Le risposte in tal senso devono essere congruenti. Sull’origine culturale e dell’onore si acquisiscono gli elementi per rispondere alle domande sulla giustificazione dei comportamenti scorretti, dove i principi morali hanno una storia che è sola in parte dettata dalla nostra natura, mentre i comportamenti assumono aspetti di acculturamento del luogo dove si è vissuti da giovani e quindi dalla famiglia d’origine.

La natura degli uomini richiede di affidarci agli altri in molte percezioni importanti e siamo ben disposti a dimostrare di essere noi stessi affidabili allo scopo di assicurarci che anche gli altri lo siano. La distinzione tra ciò che effettivamente si aspira in una certa situazione e ciò che si ritiene attraente, si manifesta come la distinzione tra ciò che impegna a desiderare qualcosa e ciò che capita invece di desiderare.

Viviamo in una società falsa e cortese, che non rispecchia i valori in cui crediamo; questa funzione della vita di ogni giorno alla ricerca delle nuove soluzioni è indispensabile perché apre prospettive diverse da quelle attuali fallimentari. Ma anche se siamo abbastanza fortunati da vivere in una società che rispecchia i nostri valori, dove la socialità formale è socialmente utile, siamo sostanzialmente dalla natura umana indirizzati ad esser ipocriti e poco sinceri. Questo per autodifesa e non per difetto della natura che di solito, nella maggioranza dei casi, è mite e altruista.

Salvatore Ricco Galluzzo

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