Solo i poveri vanno in carcere

Volendo forzare anche di poco il segreto della cronaca di questi giorni sul potere, la politica e gli affari, il pensiero corre velocemente verso i tanti e onesti poveri che sono gli unici, il più delle volte al confronto con i ricchi, a finire in carcere. La Giustizia degli uomini non tiene conto del bisogno immediato, della sopravvivenza giornaliera che i poveri hanno rispetto ai ricchi. Il povero non può aspettare il domani per guadagnare dei soldi necessari per la spesa di oggi, per il semplice cibarsi, mentre il ricco sì, ha tempo, tanto tempo. Il povero ha la necessità impellente di trovare dei soldi per il latte, la pasta, il pane, i medicinali, per pagate la bolletta della luce e del gas, l’affitto della casa per la propria famiglia, senza alcun reddito nella maggior parte dei casi. Si deve affidare alla Provvidenza, al Prossimo, alla Beneficienza. I suoi figli e la moglie non possono aspettare, costringendolo ad agire d’impulso dalla disperazione e ruberà la prima cosa che gli capiterà a tiro, o diventerà uno spacciatore di droga, un killer, un delinquente abituale, un mafioso sulla forza del bisogno, della necessità che obbliga legge e non per scelta di vita, ma suo malgrado. Per lui il rischio di essere arrestato diventa mille volte di più, rispetto al ricco potente, ladro o evasore, truffatore di grandi somme ma ladro come il povero alla stessa stregua, anzi aggravato dalla posizione di vantaggio. Il povero deve agire per rubare sulla pubblica via, dove insiste la vigilanza delle forze dell’ordine, mentre il ricco, in luoghi confortevoli e attrezzate, ben organizzate con avvocati, consiglieri ben pagati.

Il povero, alla fine, sarà arrestato, mentre il ricco potrà agire con calma, con astuzia. Studiando l’appropriazione indebita del pubblico denaro, o la truffa a un privato in maniera scientifica, magari consigliato dallo stesso avvocato che lo difenderà se pizzicato. Scegli il silenzio dei cassetti della pubblica amministrazione corrotta, del suo elegante studio per portare a termine i suoi progetti criminali, per appropriarsi dei soldi della gente. In questa categoria ci sono molti amministratori della cosa pubblica, tanti deputati e i senatori, che si arricchiscono con il pubblico denaro: il povero ruba le auto, i limoni, svuota gli appartamenti, chiede favori che non potrà ricambiare, o soldi in prestito che non potrà restituire. Il potente già ricco diventerà più ricco e rischia poco o niente, sceglierà di diventare imprenditore evasore, o uomo politico eletto dal popolo sovrano (solo sulla carta), per ritornare ad essere vittima del sistema, della corruzione, diventata paradossalmente, l’anima della democrazia. Ruberà come il povero, ma non andrà in carcere.

La legge costruita per i ricchi e potenti, a volte non consente ai poveri di evitare i guai per la mancanza dei denari necessari a posticipare i processi fino alla prescrizione. IL paradosso: due cittadini, uno povero e uno ricco; il primo finisce in galera e diventa sempre più povero; il secondo, il ricco, rimane libero e diventa sempre più ricco e potente.

La legge, quella legge, è la manifestazione nella quale culmina la natura contraddittoria del sistema messo in atto, ovviamente dai ricci e dai potenti, perché fa sì che le ragioni della vita serena finiscano solo nella casa del ricco, con l’aggravante che egli cerca un profitto sempre maggiore in danno alla povertà.

I ricchi rappresentano ancora il capitale, i poveri il proletariato. Era, nel passato, la condizione d’equilibrio tra la domanda e l’offerta. Ora, quell’equilibrio non esiste quasi più e le ragioni della speranza dei poveri diventa, non avendo più la sopravvivenza con la distruzione del sistema sociale mondiale, l’annientamento dei ricchi per poterne occupare il posto, il ruolo e trarne i benefici negati dalla globalizzazione.

Ma nella storia della salvezza dell’anima si possono incontrare figure di uomini che sanno parlare con Dio. Conoscono i segreti della debolezza umana. Abramo è uno di questi uomini di Dio che ebbe a cuore la sorte dei corrotti di Sodoma come se fossero i suoi figli. Osò chiedere a Dio la loro salvezza con la preghiera umile. Abramo era un povero. Bin Laden, che era un ricco, per i poveri musulmani non volle chiedere, ma prendere con la forza del terrore ai ricchi i tesori accumulati e distribuirli ai poveri della sua religione che soffrono la fame e la sete della Giustizia scritta dagli uomini: i potenti della terra. Per i cristiani poveri chi ci penserà? Inevitabilmente, dovranno semplicemente aspettare l’al di là per godere nell’altra vita, dice la Chiesa. Ma nel frattempo cosa mangeranno e di che vivranno?

Concetto Alota

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