“Sistema Siracusa”: il pentitismo a orologeria e inchieste moltiplicate

Messina. Rinviata a domani 3 agosto la prima udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta “Sistema Siracusa”, portata a termine dalla Procura di Messina che ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio a carico di 17 imputati. Un problema tecnico ha indotto il Gup, Monica Marino, a rinviare l’udienza, fissandone una nuova a distanza di appena 24 ore.

Tra le eccezioni preliminari che sono state avanzate in occasione dell’affollata udienza, i legali dell’ex magistrato siracusano, Giancarlo Longo coinvolto nell’inchiesta, hanno formalizzato al giudice la richiesta di patteggiamento, ipotizzando una pena di 5 anni. A tale richiesta i pm Federica Rende, Antonella Fradà e Antonio Carchietti hanno espresso parere favorevole, ma si sono opposti alla richiesta di concessione delle attenuanti legate alla collaborazione dell’imputato. Longo è stato, infatti, nuovamente sentito dai pm messinesi sia per suffragare quanto riferito in precedenza dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, quanto per approfondire altri aspetti della vicenda che coinvolgerebbero tanti altri personaggi di grosso peso e alto calibro.

In occasione dell’udienza di questa mattina è atteso il deposito dei verbali dell’interrogatorio di Longo. I pubblici ministeri li produrranno in udienza ed è probabile, quindi, che i legali della difesa chiedano un termine a difesa per studiare le carte e comprendere se vi siano riferimenti ai loro assistiti. Non dovrebbe trattarsi, però, di un tempo lunghissimo, anzi, si pensa a un termine a breve per consentire al giudice per le udienze preliminari di procedere con l’istruttoria dibattimentale oppure di rinviare l’udienza. In quei verbali, il magistrato napoletano avrebbe fatto riferimento a fatti nuovi ad orologeria verso giudici del Csm, magistrati siracusani e romani, alti funzionari dello Stato e altro ancora, sui quali si è accentrata l’attenzione anche della Procura di Roma già da qualche tempo su una serie di inchieste aperte a Palermo, Siracusa, Trani e Milano e finite nella mani dei Pm romani.

Concetto Alota

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