L’opinione –
Non si può fare un passo indietro senza avere la certezza matematica che l’attuale aspirante candidato di punta universalmente accreditato da partiti e liste civiche, Ezechia Paolo Reale, sarà eletto. È la logica espressa dai tanti papabili candidati per le prossime amministrative di giugno, in un’affollata riunione di uomini della variopinta politica siracusana e senza un ordine del giorno chiaro e definito che si è tenuta venerdì scorso nella sede di un’associazione politica culturale situata in via Arno a Siracusa; a ricevere i convenuti pretendenti al “trono”, il padrone di casa e navigato e maturo maestro politico, Concetto La Bianca.
Sono arrivati in ordine sparso, ognuno in rappresentanza di qualcosa o di qualcuno: Salvo Sorbello, Loredana Faraci, Enzo Vinciullo, Rino Piscitello, Angelo Bellucci, Stefania Prestigiacomo, Giuseppe Impallomeni, Eddy Bandiera, Gianluca Scrofani, Aldo Ganci, Damiano De Simone, Ezechia Paolo Reale, Pierfrancesco Rizza, Massimo Milazzo, Impelluso, Carola Parano, Mario Bonomo, i fratelli Cutrufo, Ciccio Midolo, Giancarlo Confalone, Salvo Cavarra, Alberto Palestro, Claudio Forestieri, Paolo Cavallaro, Giuseppe Napoli, Alex Zappalà, Marco Mastrianni e tanti altri ancora. Alla fine tutto si è incentrato sulla candidatura per la carica di primo cittadino invitando a fare un passo indietro diversi candidati; assente volontario Fabio Granata già in campagna elettorale, con i manifesti 6×6 affissi sulle strade, mentre Enzo Vinciullo e Ciccio Midolo erano presenti solo per capire che aria tirava, ma dichiaravano di essere già candidati, così come tanti altri. Non erano presenti, per logica deduzione, gli uomini del Pd, ma per il resto c’erano tutti i rappresentanti dell’arcobaleno che dal centro arriva alla destra e nei dintorni, comprese pentite e quinte colonne, e tutti quelli che in un modo o nell’altro vogliono partecipare alla competizione elettorale di giugno, con un piano definito a priori per non essere esclusi dalla competizione con la paura del ciclone 5Stelle. È risaputo che il candidato principe da “incoronare”, per molti dei grandi elettori, è Ezechia Paolo Reale, forte anche del sostegno dei vertici siracusani di Forza Italia e di un numero ancora indefinito di liste e movimenti minori, ma anche di gruppi che l’hanno sostenuto già nel passato. Candidato scelto che in un primo momento si era incontrato anche con i cespugli sfuggiti allo sfalcio del martoriato Pd, ma tutto è fallito per la vecchia tattica del traccheggio della politica, nella Siracusa detta, “la Greca”.
L’ultima notizia pubblicata dai media è la candidatura di Fabio Moschella, ma sono state tante le reazioni che si sono registrate tra le varie correnti del Pd, dove i più moderati hanno trovato le critiche per il comportamento della direzione del Pd per un rimballo tra i fuoriusciti e gli sfrattati e alla fine anche Moschella non si candiderà nella lista del Pd, ma (forse) altrove. Emergerebbero polemiche e dissapori per la posizione di Giovanni Cafeo, unico rappresentante qualificato dal voto popolare, ma di contro insiste la tattica di Luigi Foti, di fatto, capo corrente che vorrebbe correre la competizione di giugno fuori dai ranghi del Pd, e con liste e movimenti per meglio definire i confini e le “proprietà dei voti ipotecate”. Ma per alcuni bene infornati, sotto sotto ci sarebbe un atteggiamento falsamente benevolo, dove insiste una sostanziale intenzione sviare l’ufficialità del partito per modificarne invece gli assetti in vista di una posizione di forza verso la conquista della segreteria provinciale, un vecchio pallino di Gino Foti.
Ora, senza voler forzare la mano, ma in rutto questo marasma e confusione di ruoli, ad ogni azione del centrodestra e del Pd, corrisponde una reazione in favore del M5Stelle, che viaggia, piaccia oppure no, con il pronostico per le prossime amministrative di vincere di misura, con oltre il 40%, mentre le spie e i voltagabbana di destre e di sinistra dell’ultima ora potrebbero avere la meglio, attraverso un accordo trasversale; infatti, capita sempre più spesso che un avversario possa avere ragione, o che un alleato faccia operazioni azzardate anche nel merito, senza cercare di ruotarci intorno, e per obbligo morale di riconoscere i propri errori, le proprie insufficienze, ed anche le proprie colpe e tradimenti, ma alla fine decide per i propri interessi personali o di gruppo.
Concetto Alota