“True Light Show “

Ci sono quelli spettacoli di cui uno per distrazione o altro non ha sentito parlare, nonostante il successo riscontrato all’estero. Spinti dalla curiosità e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, siamo andati a vedere il “True Light Show” che Nelia Ross ha presentato verso la fine di maggio al teatro Ghione di Roma.

Sapendo della sua provenienza da Las Vegas, ammettiamo che si temeva quella che viene definita “americanata”, ossia un sipario colmo di effetti stratosferici ma vuoto nella sostanza. Ci siamo dovuti ricredere dopo poco, già nel vedere l’intero Ghione stracolmo: dopo due anni di pandemia e nel tardo pomeriggio di una domenica primaverile, non eravamo certi della possibilità di riempire platea e galleria.

Con smisurati effetti di luci e colori, viene proposto un repertorio che spazia dal rock americano, a brani melodici e piano e voce, a brani rock/gotico romantico, fino all’opera rivisitata in chiave rock metal, nonché brani rock rivisitati invece in veste classica operistica. Oltre ai brani inediti dell’artista Nelia Ross, che ne è l’interprete – ma anche autrice e compositrice – si ascoltano belle e particolari interpretazioni di Celine Dion, Tina Turner, Cher, Joe Cocker, Michael Jackson, Bonnie Tyler, The Aerosmith, Queen, The Rolling Stones, Bocelli, Lady Gaga, ed un tributo speciale a Prince.

Partecipano allo spettacolo il tenore Massimiliano Drapello, i musicisti Alessio Bonucci (batteria), Nunzio Fanni (percussioni), Felice Tazzini (piano), Savino Tucci (tastiere e violoncello), Max Smeraldi (chitarra), Daniele Fallarino (chitarra), Bruno Marinucci (chitarra), Franco Di Donato (basso) e Maria Letizia Beneduce (violino). Assieme a loro dei coristi ed un corpo di ballo. Grazie alla coreografia di Eleonora Pedini, vengono eseguiti anche dei brani che fungono da intermezzo: Blues Brothers, Footloose, Dirty Dancing, Sadness (di Enigma) ed un midley come tributo a Michael Jackson (Thriller/Smooth Criminal/ Beat it). Presente sul palco anche Marco Melani.

Per chi vuole essere “intrappolato” da uno spettacolo musicale e non solo, consigliamo di vedere il “True Light Show”. Riuscire a dimenticare – sebbene per poco – il mondo, con le sue guerre e le malattie è ottimo per la salute. Riattiva molti effetti sensoriali e muscolari da tempo non più esercitati in senso positivo.

I prossimi appuntamenti dello spettacolo saranno in Abruzzo, a Lugano ed in Austria nel mese di Agosto.

Abbiamo chiesto a Nelia Ross come è nato il “True Light Show”.

Per la nascita dello show tutto è partito da una delle promesse fatte a mia madre, che purtroppo è venuta a mancare per via del Covid durante la prima ondata, mentre io ero a Londra ad incidere dei miei nuovo brani – uno dei quali “I’m flying” che ho presentato durante la serata romana -. Le ho promesso che sarei risalita su un importante palcoscenico con un nuovo nome d’arte che rappresentasse ancora di più me stessa ed il mio nuovo percorso artistico e con uno show eccezionale che avrei preparato negli Stati Uniti, visto che purtroppo in Italia sono da sempre molto ostici ad aprirsi alle novità e a rompere con schemi prestabiliti, ormai ben consolidati. E così è stato:

Ho impiegato 2 anni a preparare questo show. Ci ho messo tutta l’anima. Prodotto da Biscroma Records LLC, società da me fondata in America, che oltre ad essere una società di produzione è anche edizioni musicali ASCAP. E poi ho aperto una sua filiale anche a Roma. Ho curato il contenuto dello show, la scaletta, i costumi miei e delle ballerine, e del resto della band, ho curato la scenografia, i video in 3D… mi sono occupata di ogni cosa. E ne sono orgogliosa. 

È stato definito “Concert Musical”. Al momento si direbbe che sia una novità nel panorama italiano. Ho messo in scena un concerto con ricordasse un musical, musiche rock intrise alla classica e alla lirica.

Purtroppo lo spazio era sacrificato ahimè…ma molti palcoscenici romani sono stati realizzati per la prosa e non per degli show più strutturati e complessi come il mio. Ma mi sembra che siamo comunque riusciti a fare fronte a questo handicap.

Una curiosità: le motivazioni della scelta del nome “Nelia Ross”?

Il nome d’arte Nelia Ross deriva semplicemente dalla parte finale del mio nome AntoNELLA, anziché lasciare Nella che avrebbe portato a delle ilarità, l’ho variato in NELIA….

ROSS per via dei miei capelli rossi e per il fatto che in America, collaborando anche con artisti statunitensi, mi hanno sempre detto di ricordare loro Diana Ross sul palco, elegante e dinamica, molto presente ed energica. Sentirlo da loro è stato un grande motivo di orgoglio, quindi a maggior ragione ho pensato potesse essere ancora più giusto associare al nome Nelia anche il cognome Ross.

E comunque sono Italo americana. Quindi credo che questo nome coniughi alla perfezione questo mio dualismo.

Il “vero spettacolo di luci” non è stato solo quello scaturito dagli effetti speciali: le luci della ribalta sono rimaste accese per tutti i componenti il “True Light Show”.

Alan Davìd Baumann

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