Sant’Agata: il giro interno e il canto delle Benedettine

Il 5 febbraio è il giorno in cui si festeggia la Patrona di Catania, Sant’Agata, il cui fercolo viene coperto da fiori bianchi: questi simboleggiano la purezza della Santa e vanno a sostituire i fiori rossi del martirio del giorno precedente.

Dopo i lunghi festeggiamenti del 4 con il cosidddetto “giro esterno”, il 5 febbraio, intorno alle 18.00, il fragore dei fuochi di artificio annuncia l’uscita della Santa patrona di Catania e l’inizio del terzo giorno di festa lungo le vie cittadine.

Il giro interno – o dentro le mura – si snoda lungo le vie barocche della città di Catania.

Partendo da Piazza Duomo, la processione di devoti si dirige in via Etnea, oltrepassando le piazze e gli incroci che la dividono.

Questo secondo itinerario, anche se più breve, si svolge con maggior lentezza.

Vista la grande quantità di ceri portati in offerta alla Santa patrona, il fercolo farà più soste per consentire di rimuovere la cera ormai sciolta e garantire così lo svolgimento della festa in tutta sicurezza.

Il percorso

Da piazza Duomo, fercolo transita davanti alla Chiesa della Badia di S. Agatae alla Chiesa della Collegiata. Il percorso lungo la via nobiliare di Catania continua in piazza Stesicoro e davanti la villa Bellini per poi procedere in via Caronda.

Il percorso del fercolo è preceduto dai devoti che portano i ceri, a mano (o a spalla), come offerta alla Santa. Il percorso dell’offerta si snoda lungo la via Caronda per poi fermarsi in piazza Cavour, “u burgu”, cosiddetto per assistere ai fuochi.

Il percorso interno del fercolo di S. Agata, imbocca di nuovo la via Etnea, la processione prosegue con la salita di Sangiuliano. 

Il canto delle Benedettine

In via Crociferi un altro momento di grande emozione, con il canto delle suore benedettine, separate dalla strada solo dalla ringhiera della chiesa di S. Benedetto. Un canto solenne che si svolge in assoluto silenzio.

Si tratta di una tradizione relativamente recente, che si fa risalire alla seconda metà degli anni ’80, su iniziativa dell’arcivescovo del tempo.

Con il passare degli anni ha subito delle variazioni, soprattutto per quanto riguarda l’orario. Infatti, in passato il fercolo raggiungeva via Crociferi e il monastero delle Benedettine nel corso della notte, quando ancora era buio. In quel caso, le suore di clausura cantavano senza mostrarsi alla folla che seguiva la festa e la Vara.

Oggi l’arrivo del fercolo in via Crociferi si è spostato sempre più verso le ore mattutine, situazione che ha portato le Benedettine a cantare in piena luce da dietro il cancello, dando luogo ad uno dei momenti più “emozionanti” della festa di Sant’Agata, anche perché ha per protagoniste delle donne, come la stessa Agata.

Pochi metri separano ormai la Santa e i suoi devoti dal saluto finale.

Il rientro in Cattedrale è carico di commozione, i devoti sventolano i guanti bianchi per salutare S. Agata che riabbraccerà la città solo tra un anno.

Prima di rientrare in Cattedrale, si gira un’ultima volta rivolgendo lo sguardo alla piazza Duomo per dedicare a tutti i devoti il suo saluto benevolo.

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By Redazione1

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