A Milano presso PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea continua ad interessare la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana che attraverso video e fotografiche ci porta dentro le identita del femminile e del maschile nel suo complesso mondo con un pugno nello stomaco.
Volti di donne segnato da calligrafie in farsi o con l’hijab e le pistole in contrasto con uomini despota e liberi , diventando così uno strumento di comunicazione potente e pericoloso. Il tutto in bianco e nero Video duri e struggenti , con uomini urlanti dentro moschee distinte tra uomini e donne bardate da tristi mantelli neri.
Tutte uguali, tutte tristi e smunte
L artista usa una poetica dura per affrontare i temi sociali e religiosi della collettività e del rapporto tra passato e presente, attraverso la gli occhi della sua esistenza ed esperienza di vita e di esilio.
E la musica, urla e voci sopite , dimesse , disarmate sullo sfondo dei cortometraggi e delle foto.
Il vero Iran .. che porta come unica speranza l amore tra un uomo ed una donna e la fuga dai luoghi , tra i campi , verso la libertà.
Verso l occidente , unico mondo veramente libero fino ad oggi.