Omicidio Scarso,20 anni di reclusione a carico di Andrea Tranchina

La Corte d’Assise ha inflitto 20 anni di reclusione a carico di Andrea Tranchina, riconosciuto responsabile di omicidio volontario ai danni dell’ottantenne don Pippo Scarso, preso di mira la notte del primo ottobre 2017 con il fuoco e morto in ospedale dopo due mesi di agonia. Il processo si è svolto con il giudizio abbreviato e la Corte è stata più severa del pm Andrea Palmieri, che aveva chiesto per lo studente siracusano la pena di 16 anni di reclusione.

L’avvocato Aldo Valtimora, legale delle parti civili costituitesi contro l’imputato, si è associato alla richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero mentre per quanto riguarda il risarcimento dei anni ha chiesto un importo complessivo di 150 mila di euro. Il legale difensore dell’imputato, avv, Giampiero Nassi, a conclusione della sua arringa, protrattasi per oltre due ore, ha chiesto alla Corte di qualificare il fatto come lesioni personali gravi oppure come omicidio preterintenzionale. Secondo il penalista il suo assistito scambiò per acqua il liquido contenuto nella bottiglia e non aveva intenzione di ammazzare l’ottuagenario.

La Corte ha inflitto a Tranchina 10 anni di reclusione in più rispetto Marco Gennaro, il 22enne che, giudicato con rito abbreviato dal gup Anna Pappalardo, si è visto infliggere 10 anni di reclusione. Gennaro, nell’ammettere di essere stato presente nell’abitazione di don Pippo Scarso, ha preso le distanze dal suo coetaneo, dicendo che lui, vedendo che l’ottantenne stava dormendo, aveva chiesto al suo amico di non svegliarlo e di lasciare la sua casa.

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